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Abbiamo davvero bisogno di raddoppiare la produzione alimentare per sfamare il mondo entro il 2050?

Un nuovo studio della Penn State, anche se, mette in discussione questa cifra, non tanto per smentire il fatto, ma modulandolo per darci una visione più olistica del modo in cui l'intero sistema agricolo dovrà cambiare. Bene, anche, lo studio in qualche modo smentisce il fatto di raddoppiare entro il 2050. Secondo lo studio, quella cifra è più simile a un aumento del 25-70%.

L'affermazione “doppia produzione alimentare entro il 2050” risale originariamente al 2009, da uno studio dell'ONU, così come un altro fatto da un ecologista dell'Università del Minnesota. Ma tale affermazione è limitata nella sua portata in quanto guarda specificamente alla crescita della popolazione nel tempo e rispetto al numero di calorie necessarie. Questa è una bella cifra di base, ma, dicono i ricercatori della Penn State, non è proprio l'intera storia - e se vogliamo effettivamente nutrire il pianeta, abbiamo bisogno di tutta la storia.

L'affermazione si basa su uno studio che ha esaminato specificamente la crescita della popolazione nel tempo e rispetto al numero di calorie necessarie. Non proprio tutta la storia.

Esaminando tutti i tipi di tendenze ambientali e agricole, i ricercatori della Penn State trovano alcune cose interessanti. Prima di tutto, lo studio del 2009 si basava sui dati del 2005, e da allora la produzione non si è fermata; è aumentato, così non dobbiamo più raddoppiare la nostra produzione attuale. Nella migliore delle ipotesi, dovremmo raddoppiare la produzione del 2005, che è, a seconda dello studio che stai guardando, da qualche parte tra il 26 e il 68 percento di aumento rispetto alle cifre più recenti, fatto nel 2014.

Ma anche questo non ci dà ancora il quadro completo, perché, dicono i ricercatori della Penn State, non include gli impatti ambientali e sanitari dell'agricoltura. Una tempistica adeguata per sfamare la popolazione mondiale dovrebbe includere cose come ridurre l'inquinamento idrico, riduzione delle emissioni, e il mantenimento dei nutrienti nel suolo. Senza prendere in considerazione questi fattori ambientali, alla fine ci scacceremo da un dirupo:con un ambiente danneggiato, i rendimenti inizierebbero a diminuire, e vaste porzioni di terreno coltivabile diventerebbero non coltivabili, annullando così ogni ragionevole calcolo.

È uno studio interessante, uno che è lontano dal semplice tentativo di dimostrare che alcuni calcoli matematici spesso citati sono sbagliati. Anziché, stanno cercando non solo di capire come nutrire il mondo nel 2050, ma anche nel 2051, 2052, e oltre.


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